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Crisi d’impresa: come sono le imprese italiane?

Prima di parlare di crisi d’impresa e di come un imprenditore deve salvaguardarsi, vale la pena sottolineare in modo positivo quello che è il genio italiano nell’imprenditoria.

La nostra Italia infatti è famosa per il suo eccezionale genio imprenditoriale, che affonda le radici in una lunga tradizione di ingegno, creatività e determinazione. Uno dei tratti distintivi è sicuramente la capacità di creare prodotti di alta qualità e di eccellere nell’artigianato. L’altissima attenzione al dettaglio e alla qualità ha permesso alle imprese italiane di distinguersi nella competizione internazionale, guadagnando fiducia e riconoscimento da parte dei consumatori di tutto il mondo

L’imprenditore italiano si distingue per la capacità di adattarsi e innovare in situazioni di sfida. Nonostante le difficoltà economiche e le incertezze del mercato, gli imprenditori italiani sono noti per la loro resilienza e per la loro abilità nel trasformare le difficoltà in opportunità. Questa mentalità imprenditoriale proattiva e flessibile ha consentito alle imprese italiane di sopravvivere e prosperare anche in tempi difficili, mantenendo un ruolo di primo piano nell’economia globale.

Cosa è il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCII)

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) è un strumento legislativo sviluppato per consentire alle imprese di prevenire e affrontare la crisi finanziaria evitando il peggioramento progressivo della situazione.

Nonostante il suo emanazione con il Decreto Legislativo n. 14/2019 del 12 gennaio 2019, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza non è entrato in vigore nell’agosto del 2020 come inizialmente previsto, ma è diventato effettivo solo il 15 luglio 2022, con la pubblicazione del Decreto Legislativo n. 83/2022. Il ritardo di quasi due anni rispetto alla data prevista è principalmente attribuibile alla crisi pandemica da COVID-19 e ad alcuni interventi adottati per recepire la direttiva UE Insolvency 2017/1132.

Come fare per prevenire la crisi di impresa?

Affrontare le difficoltà che si presentano lungo il percorso di un’azienda può essere un’esperienza impegnativa, ma ci sono alcune strategie che possono aiutare a superare tali sfide. Ecco alcuni consigli utili:

  1. Mantenere una mentalità positiva: affronta le difficoltà con una mentalità positiva e ottimistica. Vedi le sfide come opportunità di crescita e apprendimento. Questo atteggiamento ti aiuterà a mantenere la motivazione e a cercare soluzioni creative.
  2. Essere flessibile e adattabile: le aziende devono affrontare cambiamenti costanti nel mercato e nell’ambiente circostante. Sii disposto ad adattarti e a modificare la tua strategia di conseguenza. Essere flessibili ti permetterà di affrontare le difficoltà in modo più efficace.
  3. Creare un team solido: un team di professionisti competenti e motivati è fondamentale per affrontare le difficoltà. Assicurati di avere un processo di selezione efficace e promuovi una cultura aziendale che favorisca la collaborazione, la comunicazione aperta e il supporto reciproco.
  4. Identificare i problemi in modo tempestivo: monitora costantemente le prestazioni dell’azienda e individua i problemi o le sfide che si presentano. Affronta i problemi immediatamente, prima che si trasformino in crisi più gravi. Mantenere un flusso costante di informazioni e feedback all’interno dell’azienda può aiutarti ad identificare i problemi in modo tempestivo.
  5. Essere proattivo nella risoluzione dei problemi: una volta identificati i problemi, agisci prontamente per risolverli. Sviluppa un piano d’azione chiaro, coinvolgi le persone giuste e prendi le misure necessarie per superare le difficoltà. Sii deciso e coraggioso nelle tue decisioni.
  6. Fare leva sulla tecnologia: la tecnologia può essere un grande alleato nel superare le difficoltà. Esplora le soluzioni tecnologiche disponibili nel tuo settore e valuta come possono aiutarti a migliorare l’efficienza, l’automazione dei processi o a superare le sfide specifiche che stai affrontando.
  7. Cercare supporto esterno: non aver paura di chiedere aiuto o di cercare consulenza esterna. Ci sono professionisti esperti che possono offrire una prospettiva obiettiva e consigli preziosi per affrontare le difficoltà aziendali. Partecipa a eventi del settore, unisciti a reti professionali o considera la possibilità di assumere un consulente aziendale.
  8. Apprendere dai propri errori: le difficoltà e gli errori fanno parte dell’apprendimento e della crescita aziendale. Analizza attentamente le situazioni problematiche passate e impara dagli errori commessi. Utilizza queste esperienze per migliorare i tuoi processi e prendere decisioni più informate in futuro.
  9. Mantenere una comunicazione aperta: la comunicazione aperta e trasparente all’interno dell’azienda è fondamentale per affrontare le difficoltà.

Quali sono i fattori che posso portare ad una crisi d’impresa?

Ci sono diversi fattori che possono portare un’azienda di successo in crisi. Molte volte essi pur presenti non vengono correttamente valutati.  Ecco un’analisi di alcuni di essi:

  1. Innovazione insufficiente: quando una azienda non riesce a tenere il passo con i cambiamenti del mercato o a introdurre nuovi prodotti o servizi innovativi, perde in  competitività.
  2. Mancanza di adattabilità: l’incapacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato può essere un fattore critico. Vedi l’incapacità di adottare nuove tecnologie, modificare la strategia aziendale o affrontare le nuove preferenze dei consumatori. Le aziende che si aggrappano a vecchi modelli di business o si rifiutano di cambiare rischiano di diventare obsolete.
  3. Cattiva gestione finanziaria: la gestione finanziaria inefficace può portare a una crisi aziendale. La mancanza di controllo sui costi, una pianificazione finanziaria inadeguata, l’eccessivo indebitamento o l’incapacità di gestire i flussi di cassa possono mettere a rischio la stabilità finanziaria dell’azienda.
  4. Concorrenza agguerrita: l’emergere di nuovi concorrenti o l’intensificarsi della concorrenza nel settore può mettere a repentaglio il successo di un’azienda. Diventa quindi strategico essere in grado di differenziarsi in modo efficace se non si riesce a mantenere un vantaggio competitivo. Di fatto la non capacità ad adattarsi a una competizione più agguerrita può portare a una crisi aziendale.
  5. Problemi operativi o logistici: problemi interni legati alle operazioni aziendali possono avere un impatto significativo sulla capacità di un’azienda di funzionare in modo efficiente. Questi problemi possono includere la mancanza di qualità del prodotto, ritardi nella consegna, inefficienze nella catena di approvvigionamento o problemi con la gestione delle risorse umane. La latenza nel riconoscere e affrontare queste situazioni può causare un calo della soddisfazione del cliente e danneggiare la reputazione aziendale.
  6. Eventi imprevisti: basti pensare alla recente pandemia Covid, il rincaro dei costi energetici, prima di passare ad eventi imprevisti come catastrofi naturali, crisi economiche globali, cambiamenti normativi improvvisi o addirittura scandali. Tutti questi eventi possono avere un impatto significativo sulle attività di un’azienda che si manifesta con interruzioni nella catena di approvvigionamento, riduzione della domanda dei consumatori o l’aumento dei  costi operativi. Di conseguenza l’incapacità di gestire efficacemente queste situazioni impreviste è anch’essa origine di una crisi aziendale.
  1. Problemi di leadership: anche una cattiva leadership o una gestione inefficace possono portare un’azienda di successo in crisi. La mancanza di una visione chiara, decisioni sbagliate, mancanza di comunicazione o conflitti interni possono danneggiare la stabilità e la direzione aziendale minando la fiducia dei dipendenti, dei clienti e degli investitori.

Questi sono solo alcuni dei fattori che possono portare un’azienda di successo in crisi. È importante che le aziende monitorino costantemente il mercato, si adattino ai cambiamenti e gestiscano in modo efficace i rischi per mantenere la propria competitività e sostenibilità nel lungo termine.

Cosa fare per verificare puntualmente lo stato di buona salute dell’azienda?

A questo punto ci potremmo trovare a ripetere alcuni dei concetti sopra esposti, è chiaro che prevenzione ed analisi sono fondamentali, ma come fare?

  • Investire in tecnologia: dotarsi di strumenti di analisi e riclassificazione che possano dare preventivamente il campanello l’allarme.
  • Essere metodici: introdurre nella routine mensile questo tipo di analisi, è fondamentale essere in grado di intervenire immediatamente, in taluni casi basta una oscillazione del costo della materia prima a creare squilibri che vanno immediatamente sanati.
  • Fare le cose in azienda per farle prima: molte piccole realtà si affidano non sono per la contabilità fiscale, ma per tutta la contabilità dal proprio consulente fiscale. Se i tempi di verifica coincidono con le scadenze fiscali, diventano verifiche tardive. Le verifiche vanno fatte puntualmente e in casa, e la gestione casalinga diventa naturalmente puntuale. L’avvento della fattura elettronica e delle
  • Affidarsi a consulenti: come citato precedentemente, non lesinare su questo tipo di spesa. La vista dall’alto di qualcuno non coinvolto emotivamente può sicuramente offrire un punto di vista indipendente e sincero.

Come può essere di aiuto il nuovo codice sulla crisi d’impresa?

Ci limitiamo in questo capito ad alcuni cenni fondamentali che rilevano come il legislatore sia stato molto attento nel cercare di introdurre elementi normativi che vogliono essere di aiuto all’imprenditore al fine di arginare gli episodi fallimentari, e questo aiuto va visto sia per se stesso in qualità di amministratore, sia per la sicurezza del proprio business.

Dopo una prima riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza realizzata dal decreto legislativo n. 14 del 2019, attuativo di una ampia delega conferita al Governo dalla legge n. 155 del 2017, successivamente, la legge n. 20 del 2019 ha consentito l’emanazione di decreti legislativi integrativi e correttivi della riforma, concretizzatasi nell’adozione del decreto legislativo n. 147 del 2020.

Tra gli interventi prioritari da effettuare in materia di giustizia, con il decreto legislativo n. 83 del 2022, il Governo ha provveduto a dare attuazione alla Direttiva (UE) 2019/1023 e ha fatto confluire nel Codice le disposizioni sulla composizione negoziata della crisi, introdotte dal decreto-legge n. 118 del 2021, che è entrato in vigore il 15 luglio 2022.

Quali sono gli elementi che aiutano l’imprenditore a vigilare la propria attività e a monitorare il tutto come da punti citati nei precedenti paragrafi? Al fine di limitare i casi di crisi di impresa in ambito europeo, con l’art. 377 del Codice della crisi d’impresa si prevede da parte degli amministratori di azienda il rispetto dell’art. 2086 comma 2 c.c. che prevede come obbligo:

  • Istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile per
  • rilevare tempestivamente la crisi dell’impresa
  • rilevare tempestivamente la perdita della continuità aziendale

La mancata osservanza di quanto sopra prevede nell’art. 2476, comma 6, del Codice Civile che “Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio sociale.”

E qui entra in gioco il Nuovo codice sulla crisi d’impresa che si pone quindi sullo stesso piano della legge 231/2001 in materia di responsabilità penale e amministrativa.

L’obiettivo principale di entrambe le leggi infatti è di fare prevenzione intercettando per tempo lo stato di crisi e adottando misure e iniziative concrete per fronteggiarla in modo strutturato.

Oltre alla predisposizione di organigrammi, procedure, regolamenti e deleghe, emerge molto chiaramente quanto l’analisi preventiva dei rischi sia vitale per la sopravvivenza dell’impresa.

Quali sono segnali di allarme da tenere sotto controllo preventivamente?

Come deve fare quindi il nostro imprenditore oggi? Egli è tenuto in modo costante a:

  • rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta;
  • verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale almeno per i dodici mesi successivi e rilevare i segnali di cui all’art. 3 comma 3*;
  • ricavare le informazioni necessarie a utilizzare la lista di controllo particolareggiata e a effettuare il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento.

Il comma 4 suggerisce infatti i seguenti segnali da tenere sotto controllo preventivamente:

  • l’esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno 30 gg pari a oltre la metà del valore mensile;
  • l’esistenza di debiti verso fornitori scaduti da almeno 90 gg di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti;
  • le esposizioni vs banche e assimilati scadute da più di 60 giorni o che abbiano superato i fidi da almeno 60 gg in qualunque forma se pari o superiori al 5% del totale esposizioni;
  • l’esistenza di una o più delle esposizioni debitorie previste dall’articolo 25-novies, comma 1 (alert enti).

Cosa comporta ad aziende e amministratori la mancata osservanza delle norme a riguardo la crisi di impresa?

La mancata osservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio sociale può avere una serie di conseguenze negative per un’organizzazione, ne elenchiamo qualcuna

  1. Responsabilità legale e in solido da parte degli amministratori: la mancata conservazione dell’integrità del patrimonio sociale può comportare responsabilità legale per i dirigenti e i responsabili dell’azienda. Questi potrebbero essere soggetti a azioni legali da parte degli azionisti, dei creditori o di altre parti interessate che subiscono danni a causa della loro negligenza o cattiva gestione.
  2. Perdita di fiducia degli investitori: azionisti e i potenziali investitori potrebbero percepire la mancanza di controllo e la gestione inadeguata dei beni come un segnale di scarsa governance aziendale, che potrebbe portare a un calo del valore delle azioni dell’azienda e a una riduzione delle opportunità di finanziamento.
  3. Impatto sulla reputazione dell’azienda: le notizie negative sulla cattiva gestione dell’azienda se diffuse influenzerebbero in modo negativo l’immagine dell’azienda agli occhi dei clienti, dei fornitori e del pubblico in generale con calo delle vendite e difficoltà a creare nuovi business.
  4. Problemi finanziari: le banche sarebbero le prime a chiedere il rientro da sconfinamenti e a bloccare erogazione di credito per nuovi investimenti.

In generale quindi, la mancata osservanza degli obblighi di conservazione dell’integrità del patrimonio sociale può avere un impatto significativo sulla salute finanziaria, sulla reputazione e sulla sostenibilità a lungo termine di un’organizzazione.