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Cos’è il Reverse Charge

Il Reverse Charge è lo spostamento dell’obbligo di versamento dell’IVA sul cliente, il quale assume la responsabilità di trasferire l’importo dovuto direttamente alle casse dello Stato.

Il reverse charge rappresenta uno degli strumenti più efficaci introdotti dalla normativa fiscale per combattere l’evasione dell’IVA, soprattutto in alcuni settori specifici dove il rischio di frode fiscale è più elevato. Il processo, seppur semplice nella sua definizione, ha un impatto significativo sulla gestione contabile delle imprese, specialmente per quelle che operano nei settori maggiormente interessati da questa disposizione.

Per le aziende che operano in settori soggetti al reverse charge, il meccanismo del reverse charge si applica non solo nelle transazioni domestiche ma anche in quelle internazionali, favorendo l’integrazione offrendo alle imprese che operano a livello globale un quadro normativo più chiaro e uniforme.

Quando si applica il Reverse Charge

Il reverse charge può essere applicato “internamente|, definito come Reverse Charge Interno o “esternamente” definito come Reverse Charge Estero

Reverse Charge Interno

L’inversione contabile interna si riferisce a operazioni effettuate interamente all’interno dei confini nazionali, coinvolgendo soggetti passivi IVA residenti o stabiliti in Italia.
Il meccanismo si applica a specifici beni e servizi come previsto dalla normativa italiana, ad esempio nel settore edile, in alcuni scambi di beni tecnologici, e in altri casi particolari definiti dalla legge.

Le fatture ricevute che sono soggette a reverse charge interno devono essere registrate entro il mese di ricezione o, al più tardi, entro 15 giorni dal ricevimento, facendo riferimento al mese in cui la fattura è stata effettivamente ricevuta.

Starty ERP semplifica questa manovra: l’utente che riceve la fattura dal fornitore, nel registrarla direttamente dalla form elenco fatture elettroniche ricevute, solo con l’attribuzione della dell’aliquota di imposta adeguatamente configurata vedrà con un unico inserimento la registrazione con l’inversione contabile e il popolamento in entrambi i registri iva (acquisti e vendite) dell’operazione che assumerà automaticamente due diverse numerazioni: il protocollo di acquisto e il protocollo di vendita.

Anche se ancora opzionale, Starty ERP è inoltre già predisposto per l’invio della autofattura elettronica con il codice TD16 come previsto dalla normativa recente.

Reverse Charge Estero

Per quanto riguarda le transazioni con controparti residenti in altri stati membri dell’Unione Europea o in paesi extra-UE, il meccanismo del reverse charge mira a semplificare il trattamento dell’IVA su tali operazioni, facilitando il commercio internazionale e riducendo il rischio di frodi IVA.

Nel caso di operazioni intracomunitarie o con paesi extra-UE, se il documento ricevuto non riporta l’IVA (come previsto dal meccanismo del reverse charge), l’acquirente deve integrare la fattura con l’IVA dovuta in Italia; l’integrazione deve essere effettuata entro il giorno 15 del mese successivo alla ricezione della fattura.

Un’altra opzione per le operazioni estere è l’emissione di un’autofattura, che consente all’acquirente di documentare correttamente l’operazione ai fini IVA. L’autofattura deve essere emessa entro il giorno 15 del terzo mese successivo all’effettuazione dell’operazione, offrendo un termine più ampio per la sua emissione rispetto all’integrazione della fattura.

Anche in questo caso, con un unico inserimento, Starty effettua la corretta registrazione che alimenta sia registro iva acquisti che registro iva vendite e produce la autofattura elettronica, con invio diretto dall’inserimento o massivo. L’obbligo dell’autofattura è entrato in vigore a luglio 2022.

Reverse Charge come funziona

Per illustrare meglio il funzionamento dell’inversione contabile, esaminiamo un esempio pratico relativo al normale processo di addebito e versamento dell’IVA:

Immaginiamo che un ristoratore acquisti vino del valore di 500 euro da un distributore nazionale, in questo caso, il distributore nella fattura applicherà il 22% di IVA, portando il totale a 610 euro (500 euro + 110 euro di IVA). La fattura riporterà quindi:

500 euro + 110 euro per un totale di 610 euro che il ristoratore dovrà pagare al distributore.

Una volta ricevuto il pagamento, il distributore sarà tenuto a versare i 110 euro di IVA all’Agenzia delle Entrate, corrispondenti all’imposta applicata sull’operazione di vendita.

Passando al reverse charge, il meccanismo inverte l’obbligo di addebito e versamento dell’IVA, come nel seguente esempio:

Lo stesso ristoratore acquista vino del valore di 500 euro da un distributore estero.
In questo scenario, la fattura emessa dal fornitore indicherà la clausola “operazione soggetta al reverse charge ex
art. 17 DPR 633/1972“, senza addebitare l’IVA, pertanto, il ristoratore, ricevuta la fattura, dovrà calcolare e aggiungere autonomamente l’IVA del 22%, portando il totale a 610 euro (500 euro + 110 euro di IVA).In alternativa, il ristoratore può emettere un’autofattura per documentare l’acquisto e l’IVA relativa, procedura che facilita la gestione fiscale dell’operazione soggetta a reverse charge.

Sia la fattura integrata che l’autofattura devono essere registrate dal ristoratore nei registri contabili adeguati, permettendo così la corretta documentazione fiscale dell’operazione e la detrazione dell’IVA se dovuta.

Il reverse charge trasferisce gli obblighi di addebito e versamento dell’IVA dal fornitore al cliente, qualora entrambi siano soggetti passivi di IVA e l’operazione avvenga tra soggetti residenti in stati differenti, il meccanismo richiede che sia il fornitore che il destinatario gestiscano correttamente la documentazione fiscale relativa all’operazione.

Passaggi Chiave del Reverse Charge

  1. Emissione della Fattura
    Il venditore o il prestatore di servizi emette una fattura per la vendita di beni o servizi senza addebitare l’IVA. La fattura, emessa da un soggetto italiano, deve indicare esplicitamente che l’operazione è soggetta al meccanismo del reverse charge, facendo riferimento alla normativa applicabile.
  2. Ricezione della Fattura
    Il destinatario, ricevendo la fattura senza IVA, è tenuto a calcolare l’imposta dovuta sull’operazione come se fosse lui stesso il venditore.
  3. Dichiarazione dell’IVA
    Nella propria dichiarazione IVA, il destinatario indica sia l’IVA a debito (quella che avrebbe dovuto essere versata dal fornitore) sia l’IVA a credito (come se fosse l’acquirente), neutralizzando di fatto, l’impatto dell’operazione sulla liquidità dell’IVA della propria azienda, non andando a versare l’iva.

Quali sono le operazioni soggette al reverse charge?

Le operazioni soggette al meccanismo del reverse charge sono varie e possono differire a seconda della normativa nazionale e delle direttive dell’Unione Europea, alcuni settori e tipologie di beni e servizi sono particolarmente soggetti al reverse charge, tra cui:

– Servizi edilizi: lavori su immobili effettuati da subappaltatori.

– Beni elettronici: come telefoni cellulari, console da gioco, tablet e laptop.

– Oro da investimento: transazioni che coinvolgono oro puro al 99,5% o più.

– Prodotti energetici: come gas e elettricità, venduti a rivenditori.

– Servizi di pulizia: per edifici commerciali, quando forniti a soggetti IVA.

– Servizi di demolizione: rivolti a immobili.

– Servizi di installazione di sistemi di sicurezza e allarmi:  manutenzione di tali sistemi.

Transazioni Intracomunitarie

– Acquisti intracomunitari di beni: Quando un’azienda acquista beni da un’altra azienda situata in un diverso stato membro dell’UE.
– Servizi acquisiti da fornitori esteri: I servizi ricevuti da un fornitore estero sono spesso soggetti al reverse charge, indipendentemente dal fatto che il fornitore sia situato all’interno o all’esterno dell’UE.

Transazioni con Paesi Extra-UE

– Importazioni di servizi: Da aziende situate al di fuori dell’UE, a seconda delle specifiche normative nazionali che possono prevedere il reverse charge per gestire l’IVA su tali operazioni.

Operazioni Particolari

– Cessione di quote di emissioni di gas serra, e altri diritti relativi a emissioni e inquinamento.

– Servizi di telecomunicazione, servizi di radiodiffusione e televisivi e servizi elettronici forniti da soggetti non stabiliti nell’UE ai consumatori finali nell’UE.

Implicazioni Pratiche sul Reverse Charge

Le aziende che effettuano operazioni soggette al reverse charge devono assicurarsi di comprendere le regole specifiche applicabili e di implementare i necessari aggiustamenti nei loro sistemi di fatturazione e contabilità, per questo è fondamentale che un software gestionale possa tenere traccia delle movimentazioni iva.

È importante notare che, anche se l’onere di rilevare l’IVA in vendita si sposta sul destinatario, entrambe le parti devono gestire correttamente la documentazione e la segnalazione di tali transazioni per assicurare la conformità con le normative fiscali; la conoscenza specifica del quadro normativo applicabile è essenziale per evitare errori che potrebbero portare a sanzioni ed in questo caso nel Reverse Charge le sanzioni vengono applicate ad entrambe le parti. 

Reverse Charge F.A.Q.

Cos'è il Reverse Charge?

Il Reverse Charge è uno strumento fiscale che sposta l’obbligo di versamento dell’IVA al cliente, invece del fornitore. È stato introdotto per combattere l’evasione dell’IVA, specialmente in specifici settori dove il rischio di frode fiscale è più elevato.

Come funziona il Reverse Charge?

Il meccanismo del Reverse Charge può essere applicato tanto nelle transazioni domestiche quanto in quelle internazionali. Nel caso delle operazioni domestiche, si parla di Reverse Charge Interno; invece, nel caso delle transazioni internazionali, si parla di Reverse Charge Estero.

In quali settori è più probabile che si applichi il Reverse Charge?

Il Reverse Charge si applica in specifici settori, come l’edilizia, gli scambi di beni tecnologici e altri casi specifici definiti dalla legge italiana. Inoltre, \è soggetto al Reverse Charge ogni acquisto di beni da un’azienda situata in uno Stato membro dell’UE differente.

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