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Cos’è il conto economico

Il conto economico è uno dei documenti fondamentali della contabilità aziendale in Italia ed è parte integrante della documentazione finanziaria obbligatoria che ogni società deve redigere e pubblicare annualmente, con lo stato patrimoniale e la nota integrativa forma il Bilancio di Esercizio dell’impresa,

Il conto economico mostra i costi e ricavi, ovvero la performance chiave per l’economica dell’azienda ma viene utilizzato per avere controllo circa la sostenibilità del business quindi il controllo delle performance finanziarie, in un periodo ben prestabilito, può essere bimestre, quarter, semestre o annuale.

Schema del Conto Economico

Il conto economico si articola in quattro macrocategorie principali ed ha le seguenti voci:

  • Valore della Produzione: data dal totale dei ricavi generati dalle attività operative dell’azienda.
  • Costi della Produzione: tutti i costi direttamente connessi alla generazione del valore della produzione, come i costi per materiali e manodopera.
  • Proventi e Oneri Finanziari: i guadagni e le perdite derivanti da attività finanziarie, come interessi passivi e attivi.
  • Rettifiche di Valore di Attività e Passività Finanziarie: le svalutazioni o rivalutazioni di attivi e passività finanziarie.

Ogni macrocategoria è ulteriormente suddivisa in sottocategorie, identificate da numeri arabi e lettere minuscole e offre preziose indicazioni gestionali e categorizza le operazioni aziendali in tre ambiti principali: 

  • Gestione Ordinaria: Include i ricavi operativi (sotto la voce A) e i costi operativi (sotto la voce B).
  • Gestione Finanziaria: Coinvolge i costi legati alle fonti di finanziamento, catalogati nella macrocategoria C.
  • Gestione Fiscale: Mostra la porzione di profitto assorbita dalle imposte sul reddito.

Valore della produzione

Il punto A del conto economico è noto come “Valore della Produzione” e rappresenta l’aggregato dei valori generati dalle attività produttive dell’impresa durante un esercizio contabile. Il valore include vari elementi che contribuiscono al risultato economico complessivo dell’azienda, riflettendo sia la produzione interna sia i ricavi derivanti dalla vendita di prodotti o servizi, è formato da queste aree:

Ricavi delle Vendite e delle Prestazioni: consistono nei proventi ottenuti dall’azienda dalla vendita di beni e dalla fornitura di servizi. I valori devono essere registrati al netto di eventuali abbuoni e sconti concessi ai clienti, riflettendo il reale introito economico.

Variazione delle Rimanenze di Prodotti in Corso di Lavorazione, Semilavorati e Finiti: calcola la differenza tra il valore delle rimanenze alla fine dell’esercizio corrente e quello alla fine dell’esercizio precedente includendo solo i prodotti che hanno subito un processo di trasformazione da parte dell’impresa, escludendo le materie prime. Un incremento nelle rimanenze indica che l’azienda ha prodotto più di quanto venduto, mentre una diminuzione suggerisce il contrario.

Variazioni dei Lavori in Corso su Ordinazione: analoga alla rimanenze di prodotti, questa categoria riguarda specificamente i lavori prodotti su specifica commissione del cliente. Qui si riflettono le modifiche nel valore dei lavori non ancora completati alla fine del periodo contabile, rispetto all’inizio.

Incrementi di Immobilizzazioni per Lavori Interni: il valore degli investimenti ammortizzabili realizzati utilizzando risorse interne, come attrezzature e manodopera, per la creazione o il miglioramento di beni durevoli utilizzati nell’operatività aziendale Appartengono a questa categoria i lavori che l’azienda esegue per se stessa, anziché per la vendita a terzi.

Altri Ricavi e Proventi: tutti i proventi che non rientrano nelle categorie precedenti, come per esempio le royalties o altri guadagni occasionali che l’azienda può percepire durante l’esercizio.

Costi della produzione

I costi sono essenziali per valutare l’efficienza produttiva dell’impresa e comprendono diverse categorie specifiche:

Il punto B del conto economico, che si concentra sui costi di produzione, riflette tutte le risorse impiegate durante l’esercizio per creare i beni o i servizi descritti nella sezione del Valore della Produzione. 

  1. Costi per Materie Prime, Sussidiarie, di Consumo e Merci
    Sono costi che riguardano l’acquisto di materiali direttamente utilizzati nel processo produttivo o nella vendita di beni e servizi.
  2. Costi per Servizi
    Includono spese per servizi industriali come manutenzioni o lavorazioni esterne e per servizi amministrativi come consulenze fiscali e finanziarie.
    Comprendono anche costi legati al marketing, organizzazione di eventi, ricerche di mercato e servizi interni (es. gestione impianti, mensa, vigilanza).
  3. Costi per il Godimento di Beni di Terzi:
    Fanno riferimento al costo di noleggio o affitto di risorse non di proprietà dell’impresa, come macchinari, veicoli, spazi aziendali, o attrezzature informatiche.
  4. Costi del Personale:
    .Salari e stipendi.
    .Oneri sociali (contributi previdenziali e assicurativi).
    .Trattamento di fine rapporto (liquidazioni).
    .Trattamento di quiescenza e simili (pensioni e altri benefit post-lavorativi).
  5. Ammortamenti e Svalutazioni:
    .Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali e materiali, che distribuiscono il costo di un bene durevole (tangibile o intangibile) nel tempo.
    .Svalutazioni di crediti, disponibilità liquide e immobilizzazioni, che riflettono una riduzione del valore dovuta a fattori esterni come cambi di mercato o obsolescenza.
  6. Variazioni delle Rimanenze di Materie Prime, Sussidiarie, di Consumo e Merci:
    Rappresentano la differenza nel valore delle scorte all’inizio e alla fine dell’esercizio, che può essere positiva (acquisto maggiore del consumo) o negativa (consumo maggiore degli acquisti).
  7. Accantonamenti per Rischi e Altri Accantonamenti:
    Riserve per coprire potenziali perdite o spese future non ancora definite, come cause legali, crediti dubbi, garanzie a terzi, manutenzioni, recupero ambientale e garanzie sui prodotti.
  8. Oneri Diversi di Gestione:
    Include costi vari non classificabili nelle altre voci, come minusvalenze non finanziarie, insussistenze passive, imposte indirette, tasse e contributi.

Proventi e oneri finanziari

Il punto C del conto economico è dedicata ai proventi e oneri finanziari, che riflettono le operazioni finanziarie dell’azienda e il loro impatto economico durante l’esercizio.
La sezione si compone di diverse sottocategorie che dettagliano sia le entrate che le uscite finanziarie, offrendo una panoramica completa degli aspetti finanziari dell’impresa, offrendo insights preziosi sulle strategie di investimento e di finanziamento dell’impresa, nonché sulla loro efficacia nel generare valore aggiunto o nel mitigare i costi finanziari.

Proventi da Partecipazioni:
Include i ricavi derivanti da partecipazioni in società, consorzi, joint ventures, ecc.

Altri Proventi Finanziari:.Crediti iscritti nelle immobilizzazioni: Proventi da imprese controllate, collegate e altre entità, come gli interessi attivi su prestiti concessi a queste.
.Titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni: Guadagni da titoli immobilizzati, inclusi interessi attivi e eventuali plusvalenze realizzate prima della scadenza naturale dei titoli.

.Titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni: Proventi da titoli liquidi, come interessi attivi e guadagni da negoziazione di titoli a breve termine.

Proventi diversi dai precedenti:
ad esempio, interessi maturati su crediti vari e interessi attivi su depositi bancari e altri conti finanziari.

Interessi e Altri Oneri Finanziari:
Interessi e altri oneri finanziari copre i costi delle fonti di finanziamento, tra cui gli interessi passivi su prestiti bancari, mutui, e altre forme di debito.

Utili e Perdite su Cambi:
Riflette i risultati finanziari legati alle fluttuazioni dei tassi di cambio; possono essere sia positivi (utili) che negativi (perdite), a seconda delle variazioni del valore delle valute estere rispetto alla valuta di base dell’azienda durante l’esercizio.

Rettifiche di valore di attività e passività finanziaria

Il punto D del conto economico si occupa delle rettifiche di valore di attività e passività finanziarie e riflette le variazioni di valore degli investimenti e delle altre operazioni finanziarie che possono avvenire nel corso dell’esercizio. Le modifiche sono una rivalutazione (incremento del valore) o una svalutazione (diminuzione del valore) degli asset e passività finanziarie dell’azienda.

  1. Rivalutazioni
    Comprendono l’incremento del valore di partecipazioni, di immobilizzazioni finanziarie e di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni. Gli aumenti possono derivare da cambiamenti nel valore di mercato o da revisioni del valore intrinseco degli asset.
  1. Svalutazioni
    Rappresentano la riduzione del valore delle stesse categorie di attivi citati sopra. Le svalutazioni possono essere causate da una varietà di fattori, come il deterioramento delle condizioni economiche, cambiamenti nei tassi di interesse, o peggioramenti nelle performance delle entità in cui si detengono partecipazioni.

Dopo queste voci relative a rivalutazioni e svalutazioni, troviamo altre due importanti categorie:

  1. Imposte sul Reddito dell’Esercizio Correnti, Differite e Anticipate:
    Fanno parte le imposte dirette relative all’esercizio in corso e a quelli precedenti.

che è suddivisa in:

Imposte correnti: si riferiscono al reddito dell’esercizio corrente e possono includere anche sanzioni e interessi per ritardi nel pagamento di acconti.
Imposte relative a esercizi precedenti: si tratta di regolamenti o rettifiche di imposte già dichiarate in anni fiscali precedenti.
Imposte differite e anticipate: rappresentano le imposte che sono state calcolate ma non ancora pagate o ricevute, basate su differenze temporali tra la contabilizzazione fiscale e quella finanziaria degli eventi.
Proventi da consolidato fiscale: si riferiscono a vantaggi fiscali derivanti dalla consolidazione di più entità.

  1. Utile (o Perdite) dell’Esercizio:
    La voce finale riassume il risultato netto dell’anno, che può essere un utile o una perdita, dopo aver considerato tutti i ricavi, costi, proventi e oneri, nonché le rettifiche e le imposte.

Calcolo del conto economico, come si esegue

Il calcolo dell’utile d’esercizio si articola in diversi passaggi chiave che permettono di dedurre il reddito netto finale di un’azienda per un determinato periodo. Ecco come si procede:

Calcolo del Reddito Operativo (o Economico)
Si effettua determinando la differenza tra il Valore della Produzione (A) e i Costi Sostenuti (B). La differenza rappresenta il reddito operativo, che riflette la capacità dell’azienda di generare profitto dalle sue operazioni principali.

Risultato Operativo Complessivo
Al reddito operativo si sottraggono ulteriori voci quali oneri e proventi finanziari includendo interessi passivi e attivi, e altri flussi finanziari che incidono sul risultato dell’azienda ma che non derivano direttamente dalle sue operazioni principali.

Correzioni per Rettifiche di Valore
Successivamente, si corregge il risultato operativo per le rettifiche di valore, che possono includere rivalutazioni e svalutazioni degli asset aziendali. Le modifiche possono essere dovute a cambiamenti nel valore di mercato degli asset o a revisioni della loro utilità economica.

Oneri e Proventi Straordinari
Si considerano anche oneri e proventi straordinari, come le plusvalenze o minusvalenze generate da eventi non ricorrenti o eccezionali.

Reddito Ante Imposte
Il risultato di tutte queste operazioni è il reddito ante imposte, che rappresenta l’utile prima della sottrazione delle tasse.

Calcolo dell’Utile Netto
Infine, dal reddito ante imposte si sottraggono le imposte sul reddito per ottenere l’utile d’esercizio. Questo può risultare in un utile netto o una perdita netta, a seconda dell’andamento economico dell’azienda.

Stato Patrimoniale e Conto economico, differenze

Mentre il conto economico mostra la differenza tra ricavi e costi, indicando così se l’attività di un’azienda è stata profittevole durante un certo periodo, lo stato patrimoniale offre una “fotografia” dei beni a disposizione dell’azienda in un momento specifico, in Italia, solitamente al 31 dicembre, alla chiusura dell’anno fiscale. Questi due documenti forniscono informazioni diverse ma essenziali e complementari riguardo la salute finanziaria dell’impresa.

È fondamentale comprendere i loro collegamenti per adottare un approccio critico e informato all’analisi del bilancio, indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa.

Lo stato patrimoniale si articola in due sezioni principali che descrivono il patrimonio di una società e mostrano il saldo del patrimonio netto:

Attività: Include elementi che generano entrate o redditi, come crediti, disponibilità liquide e immobilizzazioni.
Passività: Comprende il capitale sociale, l’utile o la perdita, i debiti, e l’ammontare dei beni mobili e immobili che l’azienda possiede, nonché la ricchezza totale disponibile in termini monetari.

Comprendere queste differenze aiuta a valutare in modo più accurato la posizione finanziaria e la capacità operativa di un’azienda.

Rendiconto finanziario e Conto economico

Comprendere entrambi i documenti è essenziale per avere una visione completa delle prestazioni finanziarie di un’azienda, permettendo di valutare sia la sua efficienza operativa che la sua stabilità finanziaria.

A differenza del conto economico, il rendiconto finanziario si concentra sulla liquidità e sulla gestione dei flussi di cassa di un’azienda.
Il rendiconto finanziaro è strutturato in tre sezioni principali: i flussi di cassa dalle attività operative, che provengono direttamente dalle operazioni commerciali di base dell’azienda; i flussi di cassa dalle attività di investimento, che includono l’acquisto e la vendita di asset a lungo termine; e i flussi di cassa dalle attività di finanziamento, che documentano le interazioni tra l’azienda e i suoi finanziatori, come l’emissione di nuove azioni, il pagamento di dividendi, l’assunzione di nuovi debiti o il rimborso di debiti esistenti.

Il rendiconto finanziario è basato sul principio della cassa, registrando le transazioni solo quando effettivamente si verificano movimenti di denaro, cruciale per valutare come l’azienda genera e utilizza la cassa per sostenere le sue operazioni, investire in nuovi progetti e soddisfare i suoi obblighi finanziari.

Mentre il conto economico offre un’analisi dettagliata della redditività e delle capacità operative dell’azienda, il rendiconto finanziario fornisce una panoramica chiara di come l’azienda gestisce la sua liquidità.

Conto Economico Previsionale

Il conto economico previsionale è uno strumento di pianificazione e analisi finanziaria estremamente utile per qualsiasi azienda e permette alle aziende di stabilire obiettivi economici e finanziari per il futuro, delineando le aspettative di ricavi e costi per il periodo a venire. Il conto economico previsionale ha l’obiettio di formulare strategie operative e a definire piani di azione coerenti con gli obiettivi di crescita e di redditività dell’azienda.

Inoltre, grazie alla previsione dei flussi di entrate e uscite, le aziende possono valutare la fattibilità di invtreestimenti futuri. Il conto economico previsionale offre una base di dati per analizzare l’impatto potenziale di nuovi progetti, espansioni, acquisizioni o altre iniziative strategiche sul rendimento finanziario dell’azienda.

  • Valutazione della Sostenibilità Finanziaria

Aiuta a prevedere la capacità dell’azienda di generare profitto e di coprire i suoi costi e obbligazioni finanziarie. Consente di identificare eventuali problemi di liquidità o solvibilità prima che diventino critici, fornendo il tempo necessario per adottare misure correttive.

  • Gestione del Rischio

Il conto economico previsionale aiuta a identificare aree di rischio e vulnerabilità finanziaria analizzando scenari diversi, come cambiamenti nel mercato, fluttuazioni dei costi delle materie prime o variazioni dei tassi di interesse permettendo all’azienda di preparare strategie di mitigazione del rischio più efficaci.

  • Comunicazione con Stakeholders

Investitori, creditori, e altri stakeholder utilizzano il conto economico previsionale per valutare la direzione in cui si sta muovendo l’azienda e la sua capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo documento è quindi cruciale per trasmettere trasparenza e affidabilità, facilitando la raccolta di capitali o la negoziazione di finanziamenti.

  • Monitoraggio e Controllo

Durante l’anno fiscale, il conto economico previsionale serve come benchmark per monitorare le performance attuali dell’azienda rispetto a quelle attese. Il controllo continuo permette di apportare aggiustamenti tempestivi alle strategie e ai piani operativi, massimizzando così le probabilità di successo dell’azienda.

Conto Economico Riclassificato

Il conto economico riclassificato è una versione del conto economico tradizionale che viene organizzata in modo da fornire una visione più chiara della performance economica di un’azienda.
Esso è particolarmente utile per l’analisi finanziaria e la valutazione aziendale, poiché offre una migliore comprensione dei costi e dei ricavi, classificandoli secondo la loro natura e funzione.

Obiettivi del Conto Economico Riclassificato

Il principale obiettivo del conto economico riclassificato è quello di raggruppare le voci in categorie che riflettano più chiaramente le attività operative, finanziarie e straordinarie dell’azienda permettendo agli analisti e agli investitori di:

– Valutare la capacità dell’azienda di generare profitto dalle sue attività core (operating income).
– Isolare e analizzare i costi e i ricavi operativi dalle altre componenti meno ricorrenti o straordinarie.
– Misurare l’efficienza operativa e la sostenibilità delle operazioni.

Il conto economico riclassificato consente una valutazione efficace della redditività operativa dell’azienda separando i risultati operativi dalle altre componenti finanziarie e straordinarie analizzando in maniera isolata quanto efficacemente l’azienda sta convertendo le sue attività core in profitto aiutando nel valutare la sostenibilità a lungo termine delle operazioni centrali senza l’interferenza di fattori esterni o occasionali.

Infine, il conto economico riclassificato aiuta nella separazione delle componenti straordinarie; eventi non ricorrenti, come guadagni o perdite una tantum, vengono isolati dai risultati operativi ordinari. Questo è particolarmente utile per gli analisti e gli investitori che cercano di ottenere un quadro chiaro della performance regolare dell’azienda, senza distorsioni causate da eventi eccezionali o occasionali.

Struttura del Conto Economico Riclassificato

Il conto economico riclassificato si divide tipicamente nelle seguenti sezioni principali:

  1. Margine Operativo Lordo (EBITDA)
    – Ricavi Operativi: Tutti i ricavi derivanti dalle attività principali dell’azienda.
    – Costi Operativi: Costi direttamente correlati alla produzione di beni o alla fornitura di servizi, esclusi gli ammortamenti.
  2. Margine Operativo Netto (EBIT)
    – Dall’EBITDA si sottraggono gli ammortamenti e le svalutazioni per ottenere l’EBIT, che rappresenta il reddito operativo netto.
  3. Risultato Finanziario
    – Proventi Finanziari: Interessi attivi e altri proventi da investimenti finanziari.
    – Oneri Finanziari: Interessi passivi, oneri da indebitamento e altre spese finanziarie.
  4. Risultato Prima delle Imposte
    – Si ottiene sottraendo il risultato finanziario dall’EBIT.
  5. Utile Netto
    – Dal risultato prima delle imposte si sottraggono le imposte sul reddito per arrivare all’utile netto.

Dove viene utilizzato il Conto Economico Riclassificato

È spesso impiegato nei report interni di gestione e nelle analisi per i potenziali investitori o per le valutazioni aziendali da parte di analisti finanziari esterni ed è strutturato in modo da eseguire benchmarking più efficace tra aziende dello stesso settore o di analizzare tendenze interne nel tempo, grazie alla chiara separazione delle diverse aree di attività.

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